Stando ai dati Istat, già a giugno 2021 le esportazioni italiane avrebbero superato i livelli pre Covid. Con un bilancio sempre migliore di mese in mese. Un vero e proprio record l’anno mobile 2020-2021, che sancisce l’effettivo rilancio dell’export made in Italy per un valore di oltre 500 miliardi di euro. Le reazioni post-crisi pandemica dei diversi comparti sono eterogenee. Ma incrementi diffusi sono visibili in quasi tutti i segmenti. Tra questi, fa da traino l’area alimentari e bevande. Che rispetto al periodo pre pandemico ha registrato una crescita del 15%. Non va scordato, poi, il ruolo centrale dell’export digitale b2b, da cui deriva il 28% di tutto l’export in Italia.
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423 miliardi di euro nei primi 10 mesi del 2021. È questo il valore delle esportazioni del made in Italy. Ad annunciarlo è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che scrive: “Record su record per il nostro export. La cifra supera quella dello stesso periodo del 2020, ma anche i 402 miliardi dei primi 10 mesi del 2019, finora considerato l’anno del boom. Ora siamo proiettati verso il nostro obiettivo: superare i 500 miliardi nel 2021”. E così è stato. Stando ai dati forniti dall’Istat, già nei primi nove mesi del 2021 l’export aveva mostrato una crescita su base annua molto diffusa in tutta la penisola. È particolarmente rilevante il dato delle isole (+34,5%), si attestano intorno alla media nazionale il Nord-ovest (+21,7%) e il Nord-est (+20,2%), e sono relativamente più contenuti il Centro (+17,3%) e il Sud (+10,2%).
Stando al rapporto Export 2021 ‘Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post pandemica’ di Sace, pubblicato a settembre, la pandemia ha avuto un impatto diversificato sui settori export del Made in Italy. “La domanda è stata influenzata dai cambiamenti sia nelle scelte delle imprese sia nelle abitudini dei consumatori”, si legge nel rapporto. Che, tuttavia, sottolinea la crescita delle esportazioni in tutti i comparti. Dall’elettronica (+11%), passando per abbigliamento e tessili (+13%), al machinery (12,4%). A fare da traino alla ripresa è il segmento alimentari e bevande che, stando agli ultimi dati Istat, rispetto al periodo pre Covid ha registrato un incremento del 15%. In definitiva, va sottolineato il fatto che l’incremento positivo in tutti i settori è strettamente legato al ruolo dell’e-commerce, una modalità di acquisto sempre più apprezzata e diffusa tra i consumatori, anche nel segmento b2b.
Secondo gli ultimi numeri forniti da Alibaba.com, sulla base della ricerca di SWG, società specializzata in ricerche di mercato, aggiornati a novembre 2021, il 28% di tutto l’export in Italia deriva infatti proprio dall’export online b2b, per un totale di 132 miliardi di euro. Dato significativo se messo a confronto con il valore dell’export online italiano b2c che ammontava a 11,8 miliardi di euro nel 2019. Ecco che risulta essere una carta vincente, soprattutto per le Pmi che intendono affacciarsi a mercati internazionali, affidarsi ad Alibaba.com, piattaforma leader nell’e-commerce b2b, che consente ai seller di tutto il mondo di entrare in contatto con nuovi clienti, anche attraverso numerose fiere online. Fornisce, inoltre, tutti gli strumenti necessari per trovare nuovi clienti su scala globale. Infatti, sono oltre 26 milioni i buyer attivi nel mondo, 190 i Paesi e le regioni rappresentate, e ammontano a più di 340mila le richieste giornaliere sui prodotti venduti. La piattaforma ottimizza la presenza commerciale dei venditori, consentendo a questi ultimi di realizzare pubblicità mirate impiegando il budget desiderato, e permette di gestire le prestazioni in tempo reale. Inoltre, Alibaba.com mette a disposizione due corsi di formazione gratuiti con workshop pratici per i clienti italiani. Che apprendono così a gestire la loro vetrina online tramite gli strumenti digitali a disposizione al fine di incrementare le loro vendite in Italia e oltreconfine.
A novembre 2021, l’export verso paesi extra europei ha registrato una crescita su base annua del 13,3% rispetto ai dati dell’anno precedente, secondo i dati dell’Istat. Sace ha, inoltre, aggiornato l’Export Opportunity Index (EOI) al fine di indirizzare le aziende italiane verso i mercati più promettenti. In cima alla classifica si posizionano Stati Uniti, Germania e Cina. L’export verso gli Usa, terzo mercato italiano e primo extra Ue, presenta un tasso di crescita dell’11% nel 2021. E aumenterà in media del 4,7% nel triennio successivo, superando i 54 miliardi di euro nel 2024. Crescite a doppia cifra per la Germania, caratterizzata da un’elevata intensità di ripresa economica, che chiuderà il 2021 con un incremento del 10,6%. Infine, terza sul podio la Cina, primo Paese a entrare ma anche ad uscire dall’emergenza sanitaria, dove l’export delle merci italiane registrerà un incremento del 10%, e il tasso aumenterà del 3,4% nel triennio successivo, sfiorando così i 15,6 miliardi di euro nel 2024.
Stando alle previsioni di Sace, nel 2022 l’export delle merci italiane registrerà un ulteriore incremento del 5,4% e, nel biennio successivo, crescerà in media del 4,0%. “Ciò consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di euro di esportazioni di beni”. Parlando di possibili scenari futuri, poi, non si può non citare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Che tra i principali obiettivi mira proprio ad agevolare la penetrazione e lo sviluppo delle imprese italiane nei mercati esteri. A tal fine sono stati stanziati da Bruxelles circa due miliardi di euro per favorire lo sviluppo della competitività delle Pmi in termini di innovazione e sostenibilità.
Una prospettiva decisamente florida, dunque, quella dell’export made in Italy.
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